ALTRE DOMANDE FREQUENTI relative al PROGETTO SCREENING
E’ possibile organizzare un programma di screening solo per alcuni tipi di malattie: quelle in cui è effettivamente determinante una diagnosi precoce, ovvero il riuscire ad individuare la malattia prima che compaiano sintomi o disturbi.
Nel caso del cancro della mammella, della cervice uterina e del colonretto è ormai dimostrato che se il tumore viene diagnosticato in fase precoce, può essere applicato un adeguato trattamento. Numerose evidenze scientifiche indicano che una diagnosi precoce può essere realizzata offrendo sistematicamente un programma di screening basato su test ad intervalli regolari.
PAP TEST
Numerosi studi hanno dimostrato che l'esecuzione di un pap-test tra i 25 e i 64 anni è efficace per individuare una lesione destinata a diventare un tumore infiltrante del collo dell'utero, che può interessare anche i tessuti sottostanti. Le lesioni nelle giovani sono molto rare e regrediscono prevalentemente in modo spontaneo.
Una donna dopo i 64 anni che ha eseguito periodicamente il pap-test , ha un rischio minore di tumore infiltrante. Se invece non lo ha mai eseguito, pur non rientrando per età nei protocolli di screening, anche dopo i 64 anni dovrebbe effettuare il test almeno una volta.
MAMMOGRAFIA
La mammografia di screening è offerta, oltre alle donne dai 50 ai 69 anni, anche alle donne dai 45 ai 49 e dai 70 ai 75 anni solo però su accesso spontaneo. Questa decisione è stata presa in considerazione dei buoni risultati raggiunti dall'avvio del programma e sulla base delle evidenze di efficacia documentate dalla letteratura scientifica.
PAP TEST:
Si possono evidenziare lesioni pre-tumorali e/o tumorali del collo dell'utero soprattutto dell'esocervice, anche molto piccole, che possono essere presenti in assenza di sintomi. Di solito sono curabili con interventi ambulatoriali.
MAMMOGRAFIA:
si possono evidenziare noduli della mammella anche molto piccoli, spesso non palpabili, su cui intervenire precocemente.
PAP TEST:
Sì, è necessario effettuare l'esame anche se non è presente alcuna sintomatologia, perché nelle sue fasi iniziali il tumore del collo dell'utero non dà alcun sintomo.
È possibile in tal modo fare una diagnosi precoce. Quando i sintomi sono tali da indurre la donna a consultare il medico, la malattia può essere ormai in una fase avanzata.
MAMMOGRAFIA:
Sì, è necessario effettuare l'esame anche se non è presente alcuna sintomatologia. La mammografia si fa anche in assenza di sintomi proprio per trovare eventuali noduli molto piccoli, non palpabili.
Non esistono evidenze scientifiche che dimostrino che è necessario un frequenza inferiore ai tre anni per il pap-test e ai due anni per la mammografia. Pertanto (in ottemperanza alle modalità di applicazione della DRG 111-3632 del 2/8/2006 della Regione Piemonte) il medico di medicina regionale o lo specialista ambulatoriale (ginecologo ospedaliero o del consultorio) non potrà più prescrivere sul ricettario regionale il pap-test e/o la mammografia al di fuori del periodo previsto o al di fuori della fascia di età prevista dal programma di screening, in quanto esame di prevenzione o controllo.
Il pap test o la mammografia, in questi casi, potranno essere effettuati solo in presenza di un sospetto diagnostico (sospetta patologia neoplastica o infettiva), che dovrà essere inequivocabilmente indicato sul ricettario.
Al di fuori del periodo e della fascia di età previsti dallo screening, l’esame sarà a totale carico dell’assistita (prestazione a pagamento).
La mammografia è un esame preventivo, perché permette di individuare l’eventuale tumore quando non è ancora palpabile (dimensioni inferiori a 1 cm). Se il tumore è piccolo, aumentano le possibilità di guarigione e l’intervento chirurgico è conservativo (molto ridotto).
E' una radiografia del seno che utilizza dosi di raggi X molto basse e assolutamente non dannose per la salute. Dura pochi minuti e non vengono somministrati farmaci, né utilizzato mezzo di contrasto.
Perché la mammografia sia di buona qualità, è necessario comprimere le mammelle durante l'esame e questo, in alcune donne, può dare un dolore passeggero.
Evidenze scientifiche dimostrano l'utilità della mammografia per la riduzione della mortalità del tumore alla mammella per le donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni. Tuttavia, per le donne dai 45 ai 49 anni la mammografia è gratuita e può essere eseguita su adesione spontanea.
Dopo il primo accesso la donna verrà richiamata annualmente fino al compimento del cinquantesimo anno di età.
La mammografia aiuta ad individuare piccole modifiche del seno prima che appaiano altri segni o sintomi. Se tali cambiamenti vengono notati precocemente, si hanno ottime possibilità di un recupero completo.
Sì: nella lettera di invito ci sono tutte le informazioni necessarie per effettuare lo spostamento dell'appuntamento.
Solo in casi rari, la mammografia non è in grado di trovare il tumore e, anche se risulta normale, è possibile la comparsa di un tumore in fase iniziale prima dell'esame successivo. Pertanto è indispensabile controllare il seno attraverso l'autopalpazione, facendo attenzione ad eventuali cambiamenti (indurimento, noduli, cambiamenti della pelle o fuoriuscita di liquido dal capezzolo). Se si notano delle anomalie è opportuno rivolgersi subito al medico curante.
In caso di normalità, il referto viene recapitato per posta all’indirizzo di residenza. Se il risultato fosse dubbio si predispongono tutti gli approfondimenti diagnostici necessari fino all'eventuale trattamento.
Dipende dal risultato: a volte è sufficiente effettuare un ingrandimento mammografico nella zona ritenuta sospetta, altre volte è necessario eseguire una ecografia o un piccolo prelievo di tessuto (biopsia). Il richiamo non deve comunque allarmare: alterazioni inizialmente sospette vengono poi escluse con gli accertamenti ed esami successivi.
Il Pap Test (anche denominato striscio) è un esame che serve per vedere se ci sono cambiamenti nelle cellule della cervice. La cervice o collo dell'utero è la parte più inferiore dell'utero che si apre nella vagina. Il Pap Test può dire se c'è un'infezione, se ci sono cellule anomale (displastiche) o se c'è un cancro.
Iniziare lo screening precocemente può comportare la diagnosi di lesioni che hanno un'alta probabilità di regredire spontaneamente, rischiando quindi un eccesso di diagnosi e di trattamento. Già dopo i 50 anni il rischio di un carcinoma della cervice uterina in una donna che ha effettuato lo screening è molto basso, per questo motivo lo screening si interrompe a 64 anni.
Il tumore del collo dell’utero ha uno sviluppo molto lento e secondo molti studi scientifici il Pap-test, nella maggior parte dei casi, può essere effettuato anche con una periodicità fino a 5 anni. Molti studi scientifici hanno dimostrato che il vantaggio di un intervallo più corto è limitato.
Tre anni è quindi, un tempo sufficiente per fare la diagnosi precoce. È tuttavia utile che la donna presti particolare attenzione alla eventuale comparsa di sintomi, quali perdite anomale di sangue, e si rivolga al Consultorio o ad un ambulatorio ginecologico, non però per eseguire ancora un pap-test, ma un eventuale visita ginecologica o un tampone vaginale nel caso di vaginiti, cistiti, ecc.
È un esame rapido e semplice che necessita soltanto di alcuni minuti. Occorre prepararsi come per una visita ginecologica. L’ostetrica metterà uno strumento denominato speculum nella vagina, lo aprirà delicatamente per vedere la cervice e per effettuare il Pap-Test. Utilizzerà una spatola di legno o plastica, chiamata spatola di Aire ed uno spazzolino speciale, il citobrush. Con questi strumenti prelevererà alcune cellule dall'interno ed intorno alla cervice.
Per la buona riuscita dell'esame è opportuno: effettuare il prelievo dopo almeno cinque giorni la fine delle mestruazioni e senza perdite di sangue; non avere rapporti sessuali nei due giorni prima dell'esame; evitare l'uso di ovuli, creme o lavande vaginali nei cinque giorni precedenti l'analisi.
Una volta effettuato il prelievo, l’ostetrica introduce le cellule in un liquido di conservazione, invece di fissarle sul vetrino. Questo evita di farle “aggregare” disordinatamente. Inoltre, in tal modo si conserva pressoché tutto il materiale prelevato, al contrario di quanto succede con il metodo tradizionale.
Il boccettino contenente il prelievo viene inviato all’Anatomia Patologica, dove una macchina separa automaticamente le cellule dal materiale non necessario ed interferente, come sangue e muco in eccesso. Un campione rappresentativo di cellule viene trasferito sul vetrino, che appare così pulito e libero da strati di materiale sovrapposto. Il boccettino contiene - inoltre - ancora materiale cellulare, che potrebbe essere utilizzato per eventuali test di approfondimento senza bisogno di tornare per un nuovo prelievo.
FIT:
la scelta di offrire il FIT a tutti gli assistiti di età compresa tra 50 e 69 anni permette di garantire una protezione anche alle persone che hanno già superato i 50 anni al momento dell'avvio del programma.
I tumori del colon-retto sono il secondo tumore più frequente nelle donne dopo quello della mammella e il terzo negli uomini dopo quello della prostata e del polmone. Uno dei segni più precoci del tumore è la presenza di sangue occulto nelle feci che può precedere anche di diversi anni la comparsa di qualsiasi altro disturbo. Se diagnosticato precocemente, il tumore può essere curato in modo definitivo.
Rispetto ai vecchi test fatti su tre campioni questo test è molto più affidabile e sensibile anche a piccoli sanguinamenti, ne basta solo uno. Ricerca del sangue occulto nelle feci (Sof) Sof immunochimici: sono specifici per l’emoglobina umana e non richiedono alcuna restrizione dietetica, a beneficio dell’accettabilità del test. Essendo utilizzati su un solo campionamento, presentano un migliore bilancio sensibilità-specificità e un miglior rapporto costo-benefici rispetto al test al guaiaco.
Consentono procedure di sviluppo automatizzate, semplificate e rapide e favoriscono quindi la standardizzazione dei risultati e i controlli di qualità. Permettono inoltre di scegliere il cut-off di positività e hanno costi commerciali comparabili a quelli del Sof al guaiaco.
L'esperienza scientifica ci dice che la ricerca del sangue occulto fecale è efficace per evidenziare in modo precoce un tumore al colon-retto ed è in grado di salvare molte vite. Come ogni altro esame, anche questo test presenta dei limiti: è possibile infatti che un tumore in fase iniziale o un polipo non provochi sanguinamento fecale. Può capitare infatti che ci sia un piccolo tumore o un polipo ma che quel giorno non sanguini, o sanguini troppo poco per essere rilevato come positivo dal test di screening. Per questo è fondamentale ripetere il test per la ricerca del sangue occulto ogni due anni.
Va inoltre sempre informato il medico di famiglia se, nel frattempo, compaiono sanguinamento rettale o disturbi intestinali persistenti.
In caso di normalità, il referto viene recapitato per posta all’indirizzo di residenza. Se il risultato fosse dubbio, il centro di screening ti contatterà per effettuare gli approfondimenti.
Si procede effettuando la colonscopia, esame che serve a controllare le pareti interne del colon-retto. Il richiamo non deve allarmare: nel 70% dei casi non si trova alcuna alterazione negli esami di approfondimento. Inoltre, anche in presenza di un polipo, esso può essere curato ed asportato durante la colonscopia.
Consiste nell'introduzione di una sonda flessibile (colonscopio) attraverso l'ano, per la visione diretta delle pareti del grosso intestino (colon). Dura circa 20-30 minuti ed è generalmente ben tollerato. E' un esame che allo stesso tempo può fare la diagnosi e la terapia perché permette di individuare e togliere eventuali polipi.
Perché dopo il risultato della sigmoidoscopia o delle analisi dei polipi asportati il medico ha ritenuto opportuno fare un approfondimento. La colonscopia in genere viene fatto per togliere un polipo più grosso di un cm, oppure per escludere la presenza di altri polipi nel tratto di intestino che non è stato controllato.
DISTRETTO DI ACQUI TERME
Consultorio di Acqui Terme, Via Alessandria 1
DISTRETTO DI OVADA
Consultorio di Ovada, Via XXV Aprile 22
DISTRETTO DI NOVI LIGURE
Consultorio di Arquata Scrivia, Via Libarna 267
Consultorio di Novi Ligure, Via Papa Giovanni XXIII, 1
Consultorio di Serravalle Scrivia, Via Divano 7
DISTRETTO DI TORTONA
Consultorio di Tortona, Via Milazzo 1
DISTRETTO DI ALESSANDRIA
Consultorio di Alessandria c/o Poliambulatorio Patria, Via Pacinotti 38
Consultorio di Alessandria "Cristo", Via Buonarroti 17
Spinetta Marengo - Ambulatorio Ginecologico, Via Perfumo 3S
DISTRETTO DI CASALE MONFERRATO
Consultorio di Casale Monferrato, Piazza San Domenico 5
Consultorio di Cerrina, Via Case Molino 3
Consultorio di Moncalvo, Via Goria 9
Consultorio di Ozzano, Via Perbocca 28
Consultorio di Trino Vercellese, Via Ortigara 4
DISTRETTO DI VALENZA
Consultorio di Valenza, Viale Santuario 74
OSPEDALE DI ACQUI TERME
Radiologia, Via Fatebenefratelli 1
OSPEDALE DI OVADA
Radiologia, Via Ruffini 22
OSPEDALE DI NOVI LIGURE
Radiologia, Via Edilio Raggio 12
OSPEDALE DI TORTONA
Radiologia, Via XX Settembre
OSPEDALE DI CASALE MONFERRATO
Radiologia, viale Giolitti 2
CENTRO SCREENING MAMMOGRAFICO ALESSANDRIA c/o ASL AL, Spalto Marengo 35
Gli operatori dell’UVOS rispondono
dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 16.00
al seguente numero telefonico: 0131 306141
Ultimo aggiornamento: 24/10/23