LA GESTIONE DELLE POPOLAZIONI DI COLOMBI IN AMBIENTE URBANO E RURALE

la gestione delle popolazioni di colombi in ambiente urbano e rurale
 
1.      Obiettivi della gestione: favorire un’armonica integrazione della specie nel tessuto urbano, delineando i criteri con i quali mettere in atto le misure di prevenzione e contenimento numerico;
a)     mitigare l’impatto dei colombi sulle produzioni agricole;
b)     tutelate il benessere animale, anche nel caso di operazioni di contenimento numerico;
c)      effettuare un monitoraggio sanitario della popolazione di colombi;
d)     intervenire con misure preventive in caso di rischio per la salute pubblica.
2.      Rischi derivanti dal sovraffollamento di colombi:
-       rischio ambientale: inquinamento di edifici e monumenti di valore storico e artistico e ostruzione di grondaie con deiezioni, piume, uova, carcasse e detriti trasportati dagli uccelli;·inurbamento di altri animali quali topi, mosche, acari e zecche;·odore molesto e rumore;
-       rischio ecologico: interventi clandestini pericolosi, quali avvelenamenti; incidenza negativa sulla biodiversità occupando siti colonizzabili da altri selvatici, come i rondoni o i pippistrelli; inquinamento genetico delle residue popolazioni di colombo selvatico;
-       rischio sanitario: diretto, costituendo essi stessi fonte di patologie, e indiretto, albergando o richiamando altri animali vettori di parassiti;
-       impatto sulle produzioni agricole con danni per imbrattamento e contaminazione fecale di alimenti ad uso zootecnico con potenziale trasmissione di patogeni agli animali domestici e danni alle coltivazioni.
3.      Censimento: il punto di partenza per una corretta strategia gestionale delle popolazioni di colombi consiste nella stima più realistica possibile della consistenza numerica della popolazione presente. Occorre prevedere un protocollo di monitoraggio basato su censimenti a cadenza annuale, da estendersi per un periodo non inferiore ai 4-5 anni. Durante i censimenti occorre verificare il numero di colombi presenti, la loro densità, le principali colonie riproduttive, i luoghi di maggior concentrazione per la sosta diurna e notturna.
4.      Contenimento numerico dei colombi: dopo il censimento si possono individuare le strategie di controllo numerico della popolazione, con interventi diretti o indiretti
1.      sistemi indiretti di controllo sono gli unici efficaci nel lungo periodo;
-      proibire il foraggiamento e contenere la disponibilità e la dispersione di rifiuti;
-     ridurre i siti di nidificazione e di sosta anche mediante l’impedimento meccanico dell’accesso, avendo premura di non colpire le specie non target;
2.      i sistemi diretti (cattura e/o abbattimento) di riduzione numerica sono metodi spiacevoli ed efficaci solo in un breve periodo; possono essere presi in considerazione nel rispetto delle norme vigenti in casi eccezionali.
 
5.      Organi di controllo Le Province autorizzano piani di controllo sulla fauna selvatica mediante l’utilizzo di metodi ecologici, su parere dell’Istituto Nazionale per la fauna selvatica (oggi ISPRA); solo quando esso verifichi l’inefficacia di tali metodi le Province possono autorizzare i Sindaci o attuare direttamente piani di abbattimento con metodiche regolamentate dal D. L.vo 333/1998.
6.      Compiti dei Servizi Veterinari ASL  I Servizi veterinari ASL sono competenti in materia di sanità pubblica veterinaria per ciò che riguarda:
-  controlli diagnostici di monitoraggio ed accertamento, adozione di ogni provvedimento inerente la sanità degli animali e la prevenzione delle zoonosi;
-  controllo e verifica del rispetto delle norme a tutela del benessere animale,
-  valutazione dell’impiego di trattamenti farmacologici;
-  vigilanza sullo smaltimento delle carcasse.

Ultimo aggiornamento: 06/12/11